CRU Agency - Italian Food Marketing

View Original

Inbound Marketing per il vino: sito web e SEO

Dopo aver illustrato quali sono i principi che governano il marketing digitale e l’inbound marketing per il settore vitivinicolo possiamo affrontare concretamente le prime fasi dell’applicazione della metodologia inbound ad un’azienda vitivinicola.

Sito web e SEO

Sito web

Prima di tutto, ci teniamo a precisare che in questa sezione non andremo ad approfondire l’enorme materia che riguarda il design del sito web.

A quello ci abbiamo già pensato scrivendo questo articolo sulle caratteristiche di design e la funzionalità del sito web.

Per ora ti basti sapere quale deve essere il ruolo di un sito web per applicare efficacemente la metodologia inbound alla tua impresa vitivinicola.

Il contesto odierno

Nel settore food & wine in generale, ma soprattutto per ciò che riguarda il vino, il sito web svolge tuttora il ruolo di semplice vetrina per l’azienda. Spesso si trovano anche esempi di siti ormai obsoleti a livello di sistema di gestione dei contenuti (CMS).

Addirittura, c’è ancora chi sostiene con arroganza la completa inutilità di un canale di questo tipo, ma, francamente, con questi soggetti non vogliamo averci nulla a che fare.

Da sito web a piattaforma web

Nel contesto dell’inbound marketing il sito web deve sorpassare con grande coraggio la semplice funzione di vetrina per l’impresa.

Il concetto è espresso benissimo da HubSpot e nel libro scritto dai due fondatori Brian Halligan e Dharmesh Shah, “Inbound Marketing”: il sito web deve diventare il Marketing Hub della tua impresa.

Hub tradotto letteralmente significa mozzo.

Hai presente il mozzo di una bicicletta? È il centro della ruota e da esso partono tutti i raggi.

Ecco, così deve essere il tuo sito web: il presidio più importante al quale collegare tutti gli altri canali su cui l’azienda è presente.

Per questo motivo si vuole tendere verso la definizione di piattaforma web. Perché il sito, ehm… la piattaforma web, deve essere il luogo dal quale la strategia di marketing digitale ha partenza e destinazione.

Comunque per comodità, utilizzeremo la parola sito ma è bene ricordarsi del concetto di piattaforma.


Per saperne di più c'è la guida sul Low Budget Food Marketing, dove troverai le indicazioni sui software di sviluppo del sito web (CMS) più adatti alle tue esigenze 👇


SEO

L’acronimo SEO sta per Search Engine Optimization e si riferisce alle pratiche di miglioramento della posizione (indicizzazione) sui motori di ricerca.

La SEO fa parte di quelle attività necessarie a rendere il tuo sito (e i suoi contenuti) visibili sui motori di ricerca.

Per sviluppare una strategia SEO efficace serve concentrarsi su due ambiti d’ottimizzazione:

  • Ottimizzazione sulla pagina - On-Page Optimization

  • Ottimizzazione fuori dalla pagina - Off Page Optimization

Ora analizziamo i due ambiti d’ottimizzazione uno per uno e cerchiamo di comprenderne le logiche.

Ottimizzazione sulla pagina - On-Page Optimization

L’ottimizzazione sulla pagina si riferisce a quelle attività di SEO dedicate alle pagine del nostro sito. In pratica si tratta di tutte quelle buone pratiche che possono influenzare l’indicizzazione dei contenuti del tuo sito sui motori di ricerca.

Con contenuti ci riferiamo in particolare a ciò che vai ad inserire in forma scritta sul sito web, con particolare attenzione agli articoli che andrai a pubblicare sul blog aziendale.

L’ottimizzazione sulla pagina si può dividere in 5 fasi precise:

  1. Ricerca delle parole chiave

  2. Creazione di un contenuto attorno alla parola chiave

  3. Ottimizzazione del contenuto sulla parola chiave

  4. Responsività

See this content in the original post

1. Ricerca delle parole chiave (e la ricerca di se stessi)

Le parole chiave sono le parole digitate nel campo di testo dei motori di ricerca. Quando parliamo di ricerca sulle parole chiave non intendiamo l'attività meccanica di ricerca per cui posizionarsi a tutti i costi.

La ricerca sulle parole chiave dipende da 3 elementi precisi: la tua azienda e la sua personalità (le caratteristiche che contraddistinguono la tua azienda da un'altra), il tuo mercato (nel nostro caso si parla di vino) e il tuo potenziale cliente/il tuo cliente ideale (la Buyer Persona). In breve si tratta di farsi questa domanda:

Per cosa voglio che la mia azienda sia conosciuta? Per quali attività voglio essere trovato?

La buyer persona è una figura semi-fittizia che riflette le caratteristiche del tuo cliente ideale, cioè il cliente al quale vuoi andare a vendere i tuoi prodotti. Ogni azienda può avere più buyer persona a seconda dei prodotti/servizi che va a offrire.

Nel caso di un’impresa vitivinicola le varie linee di prodotto possono riferirsi a differenti potenziali clienti, ad esempio:

  • Un vino bianco giovane e fresco → Buyer persona più giovane e meno impegnata (pubblico probabilmente più ampio)

  • Un vino bianco barricato → Buyer persona più competente e più impegnata (pubblico probabilmente più stretto)

Ovviamente sono solo due esempi per far capire il concetto. Ogni ricerca sui potenziali clienti dell’impresa va fatta basandosi sull’impresa stessa e sui suoi prodotti.

Più il prodotto sarà complesso e di nicchia più sarà facile capire quale direzione prendere. Più sarà ampio il target e più si rischierà di non capire mai fino in fondo la nostra buyer persona.

È bene precisare che la ricerca sulla buyer persona non è un processo che si svolge una tantum, anzi, è una costante raffinazione delle informazioni che caratterizzano la nostra utenza, svolta attraverso la comunicazione con essa.

Per costruire la figura della tua buyer persona puoi distribuire sondaggi online o offline e utilizzare anche questi due strumenti: Facebook Audience Insights » e Make My Persona »

Dopo aver definito in maniera più o meno completa la tua buyer persona, devi trovare le parole chiave sulle quali basare la tua strategia SEO.

Per ricercare le parole chiave sulle quali concentrarti segui queste buone pratiche:

  • Fai una lista di domande riferite alla tua buyer persona (usa le domande che trovi anche su Make My Persona)

  • Fai una lista di domande tipiche del tuo mercato di riferimento

  • Identifica migliori opportunità di posizionamento

  • Utilizza parole chiave differenti che celano lo stesso intento di ricerca

Analizziamo in particolare alcuni punti:

  • Fai una lista di domande tipiche del tuo mercato di riferimento

Nella lista di parole chiave relative al tuo mercato, ricordati che chi fa vino non fa solo vino.

Pensa seriamente anche a tutto ciò che è attorno al mercato del vino, ad esempio: abbinamenti, temperature di servizio, situazioni di consumo relative a linee di prodotti diverse.

Organizza le parole chiave seguendo il buyer’s journey cercando di portare il cliente da una tematica ampia alla scelta di acquisto del tuo prodotto.

Le parole chiave serviranno per scrivere contenuti (articoli, eBook ecc.) che andranno sul tuo blog.

Facciamo un esempio pratico di parole chiave per il mercato del vino che seguono il viaggio dell’acquirente (buyer’s journey):
 

Tema principale: abbinamento cibo-vino

Awareness: come abbinare correttamente un vino al pesce

Consideration: abbinare verdicchio dei Castelli di Jesi ad un pesce al forno

Decision: “nome del tuo vino” abbinato ad un rombo al forno
 

In questo caso partendo dal tema si potevano estrarre un numero elevatissimo di parole chiave e di riflesso di articoli da pubblicare sul blog.

Tieni presente che anche partendo dalle parole chiave della fase di awareness (come abbinare correttamente un vino al pesce) sarebbe stato possibile estrarre parole chiave che avrebbero portato in una direzione differente da quella mostrata nell'esempio.

Parlando in generale di come abbinare correttamente un vino al pesce non è detto che ci riferiamo sempre allo stesso piatto di pesce o allo stesso vino. Per esempio, posso parlare di pesce al forno o di zuppa di pesce e, come puoi ben capire, gli abbinamenti a quel punto cambiano e non è detto che sia un verdicchio l’abbinamento migliore per quel piatto. (abbiamo scelto il verdicchio solo per fare un esempio)

In questo senso, partendo da quel tema principale, si potranno definire parole chiave che porteranno, solo in fase di decision, alla formulazione di parole chiave relative ad altri prodotti della stessa linea o a prodotti di linee differenti.

Se non sai che pesci pigliare (per rimanere in tema) prova ad utilizzare questo strumento: Answer the Public, ti fornirà le domande che vengono poste intorno a ciò che inserisci nel campo di ricerca.

  • Identifica migliori opportunità di posizionamento

Nella fase di identificazione delle migliori opportunità di posizionamento è bene tenere a mente la struttura vera e propria della parola chiave.

Questa fase è molto importante perché le parole chiave che andrai a selezionare ti permetteranno di essere tra i primi posti o di finire nell’oblio delle pagine dei risultati di Google (cito Google perché in Italia quasi la totalità delle ricerche viene svolta su questo motore di ricerca).

La regola generale è che le parole chiave che devi utilizzare per indicizzare meglio il tuo sito web e i tuoi contenuti devono essere lunghe (o a lunga coda - long tail keyword).

Le parole chiave a lunga coda (long tail keyword) sono parole chiave che presentano più elementi, più vocaboli.

Ad esempio:

Vino rosso fermo” è una parola chiave corta (a coda corta - short tail keyword)

Vino rosso fermo barricato dei colli piacentini” è una parola chiave lunga (a lunga coda - long tail keyword)

La ragione per cui una parola chiave a lunga coda fornisce molte più opportunità di posizionamento è dovuta al numero di contenuti scritti presenti sul web che utilizza quella parola chiave (o parole con lo stesso intento di ricerca).

È facile immaginare quanti siti, blog, portali di eCommerce abbiano al loro interno una parola chiave corta come “vino rosso fermo”. È altrettanto facile immaginare come invece una parola chiave lunga come “vino rosso fermo barricato dei colli piacentini” sia meno utilizzata dai suddetti siti web.

Ciò significa che alla presenza di concorrenza nell’utilizzo di una parola chiave, le opportunità di indicizzazione saranno minori. Viceversa, se una parola chiave non vede tanti utilizzi, sarà più facile risultare tra i primi posti nelle pagine dei risultati.

Nota bene: è chiaro che questo ragionamento ha valore se le parole chiave a lunga coda rappresentano ciò per cui la tua azienda vuole essere trovata e se già garantiscono un certo traffico di utenti. Sei d'accordo con me se ti dicessi che essere al primo posto per una parola chiave lunga che non viene cercata da nessuno è alquanto inutile, no?

Andare ad estrarre delle parole chiave più lunghe che possono garantirti un miglior rapporto tra volume di traffico di utenti e potenzialità per posizionarti ai primi posti, ti permetterà di intercettare più facilmente le ricerche di determinati utenti che, auspicabilmente, potranno diventare tuoi futuri clienti.

  • Utilizza parole chiave differenti che celano con lo stesso intento di ricerca

Una volta selezionate le parole chiave dalle quali partire, devi considerare anche come le userai all’interno del contenuto che andrai a redigere.

 Ricorda che è estremamente importante non utilizzare la stessa parola chiave, o meglio, la forma della keyword deve essere differente mentre l’intenzione sottintesa deve essere la stessa.

Facciamo un esempio:

Se la nostra parola chiave fosse: “montepulciano in purezza colli pesaresi”, potremo utilizzare anche “montepulciano in purezza in provincia di pesaro e urbino”.

Questo perché l’intenzione dietro la ricerca rimane sempre quella di trovare un montepulciano (quindi un vino rosso) che sia prodotto da qualche cantina sui colli pesaresi (che ovviamente si trovano in provincia di Pesaro e Urbino).

Google negli anni, oltre a tante altre facoltà (sulle quali ti consiglio di tenerti aggiornato consultando blog come Search Engine Journal oppure Think With Google), sta sviluppando costantemente la capacità di leggere la semantica, quindi ciò che riguarda i significati relativi alle parole e alle loro relazioni tra loro.

Fino a non molti anni fa i motori di ricerca erano in grado di leggere solamente le parole chiave nella loro consequenzialità e nella forma in cui erano state scritte.

Se nel mio contenuto avessi scritto “montepulciano in purezza colli pesaresi” e un utente durante una ricerca avesse digitato “montepulciano in purezza in provincia di pesaro e urbino”, il motore di ricerca non sarebbe stato in grado di collegare, a livello di semantica, le ricerche svolte.

In questo modo il mio contenuto sarebbe stato superato, in termini di posizioni sulle SERP (Search Engine Result Page - le pagine dei risultati dei motori di ricerca) dai contenuti di altri siti.

Dunque, qual era la tecnica prima che Google capisse minimamente la semantica?

Semplice: infarcire il contenuto con la stessa parola chiave in modo da risultare ai primi posti nelle SERP.

Oggi non è più così e Google è in grado di comprendere se si stanno inserendo troppe parole chiave e se non si stanno rispettando le sue regole, come reazione ti penalizza non facendoti apparire nelle prime posizioni.

Per questo motivo è più che necessario, nella redazione dei contenuti sul sito web, utilizzare un linguaggio quanto più possibile naturale, rivolto al nostro pubblico target, che veda l'utilizzo sinonimi o parole che riconducano alla stessa tematica di cui si sta parlando nel contenuto stesso.

Creazione di un contenuto attorno alla parola chiave

Il passo successivo è la creazione, la scrittura vera e propria, di un contenuto che abbia al suo interno la parola chiave (o le parole chiave) per le quali intendi indicizzarti.

Una volta pubblicato il contenuto è molto importante testare come il motore di ricerca lo legge e se effettivamente alla digitazione delle parole chiave che avevamo selezionato appare effettivamente il nostro contenuto.

Questo è un test che va ripetuto spesso poiché tra i fattori di indicizzazione ci sono anche il numero di click che quel contenuto ha generato. In parole povere, se un articolo che si occupa di degustazione di vino viene letto e condiviso più e più volte, Google lo rileva come più autorevole su quella determinata tematica e lo classifica meglio.

Quando effettui questo test tieni presente 2 fattori: normalmente Google impiega del tempo (in genere 7-15 giorni) prima di indicizzare correttamente un contenuto; quando fai i test utilizza sempre il browser in versione navigazione in incognito/navigazione da ospite così da simulare una ricerca da un altro dispositivo, poiché Google tiene conto delle tue abitudini di ricerca.

Eventualmente puoi anche utilizzare questo strumento per le ricerche localizzate: I Search From.

Ottimizzazione del contenuto sulla parola chiave

Per ottimizzare un contenuto su una parola chiave, intendiamo illustrare le pratiche per garantire che il tuo contenuto sia letto correttamente da Google rispetto alla tematica di cui parli. Tuttavia, ciò non garantisce che un articolo ottimizzato per una parola chiave sia presente nelle prime posizioni, ma col tempo...

La parola chiave andrebbe (va) inserita:

  1. Nel titolo del contenuto

  2. Nell’URL della pagina dedicata

  3. Nei titoli dei paragrafi (Heading) e nel testo

  4. Nell’Alt-text delle immagini

  5. Nella meta-description

Inoltre vanno inseriti:

Link rilevanti rispetto alla tematica trattata

Ora vediamo in articolare ogni collocazione della parola chiave:

Nelle immagini seguenti si fa riferimento all'inserimento di due parole chiave in particolare:

  • inbound marketing per il vino

  • principi di inbound marketing

Ovviamente è sottinteso l'utilizzo di parole chiave che avessero lo stesso intento di ricerca rispetto a quelle indicate.

Nel titolo del contenuto

Nell’URL della pagina dedicata

Se invece stessi cambiando l’URL ad una pagina/contenuto già pubblicato, dovresti fare attenzione.

Considerando i tempi di indicizzazione dei contenuti da parte di Google, se dopo aver cambiato l’URL non avessi effettuato un reindirizzamento, il vecchio URL (quello che ancora è indicizzato da Google) condurrebbe gli utenti verso una pagina 404: una pagina inesistente.

Il reindirizzamento, il redirect, serve proprio a limitare il danno del cambio di un URL su una pagina già pubblicata.

I redirect sono di due tipi: 302, 301. il redirect 302 è temporaneo.

il 301 è permanente: questo è quello che dovrai applicare.

E visto che gli errori capitano a tutti, potresti pensare di creare una pagina 404 personalizzata che faccia in modo di recuperare un utente e di riportarlo alla navigazione del sito.

Ecco un'esempio: 404 personalizzata di CRU » 

Nei titoli dei paragrafi (Heading) e nel testo

Nell’Alt-text delle immagini

L'alt-text non è altro che il testo sottostante ad un'immagine (non è il nome dell'immagine). Il suo ruolo è quello di permettere ai motori di ricerca di leggere il contenuto dell'immagine. In questo senso, inserire l'alt-text ad un'illustrazione nel contenuto permette di sfruttare un'altra occasione per essere meglio indicizzati.

Nel caso mostrato stiamo utilizzando Squarespace, un CMS che permette l'inserimento dell'alt-text tramite la didascalia dell'immagine, che poi può essere nascosta o mostrata.

Nella meta-description

La meta-description è il testo che introduce il contenuto nella pagina dei risultati di Google al di sotto del titolo. Su Squarespace la meta-description è inserita come introduzione al contenuto in una finestra dedicata anche all'inserimento dell'URL. 

Ecco come si presenterà poi il contenuto nella pagina dei risultati:

Link rilevanti

Per quanto riguarda i link rilevanti, si tratta di inserire link che rimandino a fonti autorevoli sulla tematica trattata. Funziona come nella stesura di un libro o di una tesi di laurea, quanto più le fonti dimostrano autorevolezza, tanto ciò che scriverai rifletterà autorevolezza a sua volta.

Questo, in ambito di SEO, significa inserire link di altri blog/siti/pagine web che per Google sono autorevoli. Se un sito è autorevole per Google normalmente lo si capisce a colpo d’occhio. Se invece avessi dei dubbi, puoi utilizzare Similiar Web per analizzare metriche come il traffico del sito web e la sua posizione nelle classifiche nazionali e mondiali, oppure Seozoom che oltre ai dati sul traffico e i canali, assegna un punteggio di autorevolezza sul sito web.

Topic Cluster (o Pillar Page)

E non è finita qui.

Google sta valorizzando sempre più le tematiche legate ai contenuti piuttosto che le sole parole chiave. HubSpot ne parla in questo articolo, dove viene presentato il concetto di Topic Cluster, quelle che si chiamano anche Pillar Page, dove i contenuti che trattano una stessa tematica vengono raccolti in una pagina dedicata alla tematica stessa.

Questa è la pillar page che abbiamo realizzato per l'Inbound Marketing dedicato al settore vitivinicolo.

Senza dilungarci troppo, i topic cluster (o pillar page) sono un altro elemento importantissimo per la SEO del proprio sito web e dei propri contenuti. Come i contenuti anche i topic cluster sono un progetto in perenne evoluzione, che va di pari passo coi contenuti.

Responsività

Oltre agli effetti che ha sulla SEO, la responsività è un elemento importantissimo per lo sviluppo di una buona esperienza di navigazione. Inoltre, in un mercato non molto aggiornato come quello agroalimentare e in particolare il settore vitivinicolo, questo fattore assume ancora più importanza.

Quando un sito web è definito responsivo, indica la sua capacità di disporre i contenuti all’interno di una pagina nel modo migliore a seconda del dispositivo su cui è visualizzato.

In breve, lo stesso sito web responsivo aperto da desktop, da smartphone o da tablet assume un aspetto diverso nella disposizione dei contenuti (non nella grafica) al suo interno a seconda del differente dispositivo che lo visualizza.

Normalmente non dovrebbe accadere che la visualizzazione di una pagina web dal computer sia uguale alla visualizzazione da altri dispositivi e viceversa.

La responsività, migliorando la navigazione degli utenti, viene considerata tra i fattori positivi per l’indicizzazione dei contenuti sui motori di ricerca.

In più, come se non bastasse, Google offre di convertire le proprie pagine in AMP - Accelerated Mobile Pages: ovvero una versione delle pagine e dei tuoi contenuti che, rimaneggiata da Google in termini di grafica e posta su una rete privilegiata del motore di ricerca, garantisce de-facto migliori prestazioni SEO.

Ottimizzazione fuori dalla pagina - Off-Page Optimization

L’off-page optimization comprende quelle azioni che si possono svolgere fuori dal proprio sito web per apportare benefici all'indicizzazione del sito web.

Includono in breve due pratiche:

  • Promozione dei contenuti su altri canali

  • Ottenimento di link verso la nostra piattaforma (backlink)

Promozione dei contenuti su altri canali

L’efficacia di questa pratica si può riassumere così:

Dove non arriva la SEO, ci deve arrivare la distribuzione.

Questa affermazione vuole sottolineare l’importanza della distribuzione dei contenuti su altri canali differenti dai motori di ricerca.

Ci riferiamo ai social media, alle piattaforme di pubblicazione libera (come Medium e SlideShare).

Il potenziale vantaggio offerto dalla distribuzione di contenuti è rappresentato dall'aumento, potenziale, delle visite e delle condivisioni del contenuto da parte degli utenti. La pubblicazione e la ricondivisione di questi contenuti da parte di un grande numero di naviganti è, come già detto, un fattore positivo per Google.

Ottenimento di link verso la nostra piattaforma

La pratica di ottenimento link verso i propri contenuti (o verso il nostro sito in genere) è un’attività chiamata in gergo Link Building.

Difatti questi link vanno a costruire delle vere e proprie relazioni tra piattaforme che nel tempo generano autorevolezza per i motori di ricerca.

In parole povere, in una situazione ideale dovresti fare in modo che i siti più autorevoli nel tuo settore rimandino ad una pagina del tuo sito web (un articolo, una pagina di prodotto, ecc.).

La questione è che questa operazione non è per nulla scontata. Chi ora dispone di grande autorevolezza sui motori di ricerca non è così disposto a inserire link di altri contenuti solo per farti un favore.

Nel caso dello sviluppo di una strategia di link building per un’azienda vitivinicola, l’impresa dovrebbe puntare a ottenere backlink (o inbound link - così si chiamano in gergo) da celebri piattaforme del mercato del vino o dell'enogastronomia, le quali disporranno di più autorevolezza e di più traffico sul sito.

Due esempi a caso, food e wine blogger e testate giornalistiche dedicate all'agroalimentare e all'enograstronomia.

Esistono tante modalità per ottenere backlink verso il proprio sito web:

  • Commentare un contenuto, inserendo il link ad una pagina o contenuto

Facciamo un esempio: se Marco è il proprietario di una cantina e vuole ottenere link che rimandano al suo sito web (o ai contenuti del blog aziendale), potrà entrare su un blog/testata giornalistica/rivista online che parla di ciò di cui è interessato e potrà commentare l’articolo che ritiene più importante (sia a livello di interesse che ai fini della strategia di link building).

L’importante è che il commento sotto all’articolo di interesse presenti 2 elementi fondamentali: un linguaggio naturale (mosso dall’interesse verso la tematica e non un linguaggio promozionale) e il link del nostro sito al quale l’articolo vogliamo che rimandi.

Sembra complesso, lo so, ma è più facile a farsi che a dirsi.

  • Chiedere di fare un guest post sul blog di un’altro sito

Un’alternativa al commento può essere la richiesta da parte tua di scrivere un articolo per un blog (guest post in gergo) che può rappresentare per te opportunità di trovare nuovi clienti o che possa aumentare la tua autorevolezza sui motori di ricerca per un determinato mercato.

 La procedura in questo caso è semplice: contatta un blog che parli di tematiche inerenti a quelle del mercato della tua impresa. Se parliamo di vino, non dobbiamo per forza contattare solamente food blogger o wine blogger, anche i blog di turismo sono un’ottima alternativa per utilizzare il content marketing come mezzo per aumentare la tua autorevolezza online.

Proprio a riguardo del content marketing locale per un’azienda agricola abbiamo scritto un contenuto di approfondimento.

Content Marketing locale per un'azienda agricola »

Mi raccomando, fai in modo che il guest post che scriverai contenga i link ad alcune pagine del tuo sito web (in maniera naturale).

  • Acquistare uno spazio o l’inserimento di un proprio link su un altro sito/blog

In questo caso la procedura è simile a quella precedente. La differenza sostanziale è che per vedere l’inserimento di un nostro link o articolo all’interno di un’altra piattaforma dovremo pagare una quota che verrà stabilità tra chi ospiterà il nostro link (da inserire in un contenuto già pubblicato sul blog) o il nostro guest post e chi presenterà questo tipo di richiesta.

 Considera anche che in ambito di link building esiste un vero e proprio mercato, una compravendita di spazi su siti e piattaforme web. Come potrai intuire, per giustificare i costi di uno spazio su un sito si portano come riferimento dati sul traffico di utenti e sulla valutazione di autorevolezza (di solito si tratta di un punteggio che va da 1 a 100).

Per ulteriori approfondimenti ti consigliamo di dare un’occhiata ai contenuti di Moz e a questo gruppo su Facebook: Fatti di Link Building.


Questo è solo un assaggio, vuoi saperne di più?

C'è una sezione intera del nostro sito dove trovare tutto ciò che devi sapere sul marketing per il settore vitivinicolo. Volta per volta verrà aggiornata con contenuti dedicati al vino, alla comunicazione dell'espressione territoriale che rappresenta e allo stimolo dei potenziali clienti della tua cantina.